Autori:

  • Mark D. Neuman, M.D., Rui Feng, Ph.D., Jeffrey L. Carson, M.D., Lakisha J. Gaskins, M.H.S., Derek Dillane, M.D., Daniel I. Sessler, M.D., Frederick Sieber, M.D., Jay Magaziner, Ph.D., M.S.Hyg., Edward R. Marcantonio, M.D., Samir Mehta, M.D., Diane Menio, M.S., Sabry Ayad, M.D., Trevor Stone, M.D., Steven Papp, M.D., Eric S. Schwenk, M.D., Nabil Elkassabany, M.D., Mitchell Marshall, M.D., J. Douglas Jaffe, D.O., Charles Luke, M.D., Balram Sharma, M.D., Syed Azim, M.D., Robert A. Hymes, M.D., Ki-Jinn Chin, M.D., Richard Sheppard, M.D., Barry Perlman, M.D., Ph.D., Joshua Sappenfield, M.D., Ellen Hauck, D.O., Ph.D., Mark A. Hoeft, M.D., Mark Giska, M.D., Yatish Ranganath, M.D., Tiffany Tedore, M.D., Stephen Choi, M.D., Jinlei Li, M.D., Ph.D., M. Kwesi Kwofie, M.D., Antoun Nader, M.D., Robert D. Sanders, M.D., Brian F.S. Allen, M.D., Kamen Vlassakov, M.D., Stephen Kates, M.D., Lee A. Fleisher, M.D., James Dattilo, B.S., Ann Tierney, M.S., Alisa J. Stephens-Shields, Ph.D., and Susan S. Ellenberg, Ph.D.et al., for the REGAIN Investigators

Riferimenti: N Engl J Med. 2021 Oct 9

COMMENTO ALL’ARTICOLO

L’articolo proposto, da poco pubblicato su “New England journal of medicine”, una delle piu’ importanti riviste scientifiche nel mondo, propone i risultati del trial REGAIN (Regional vs General Anesthesia for Promoting Independence after Hip Fracture) internazionale multicentrico, randomizzato, controllato.

Lo studio ha reclutato 1600 pazienti randomizzati nel ricevere anestesia generale o subaracnoidea, concludendo che non è stata rilevata alcuna differenza significativa tra le due tecniche per i seguenti outcomes: sopravvivenza, recupero della capacità di deambulare a 60 giorni e incidenza di delirio post-operatorio.

Alla  luce di tali conclusioni si resta basiti, considerando i benefici dell’anestesia locoregionale nella quotidiana gestione delle fratture di femore nei pazienti anziani, ancor di più se pubblicate da una rivista di tale importanza.

I risultati di qualsiasi studio, comunque, dovrebbero essere sempre interpretati in base della metodologia utilizzata.

Nel leggere e analizzare lo studio si può osservare:

  • L’outcome principale (mortalità a 60 giorni dall’intervento) si verifica nella metà dei pazienti, ciò vuol dire che la popolazione rappresentata nello studio è più in salute di quella che ci si ritrova nella pratica quotidiana e quanto più è in salute, più piccole saranno le differenze tra le due tecniche anestesiologiche.
  • Il protocollo dell’anestesia spinale prevede la somministrazione intraoperatoria di sedativi nei pazienti sottoposti ad anestesia subaracnoidea (la sedazione negli anziani è un fattore di rischio per confusione e delirio post-operatorio), ciò ha contribuito alla mancata differenza nell’incidenza di delirio tra le due tecniche.
  • Il trial non specifica attraverso quale analgesia il paziente è mobilizzato per ottenere la posizione per eseguire l’anestesia subaracnoidea, è quindi possibile che il paziente, per eseguire l’ anestesia subaracnoidea, abbia ricevuto una significativa dose di sedativi o oppioidi (fattori di rischio per delirio).
  • Il 15% dei pazienti sottoposti randomizzati ad anestesia spinale sono passati in anestesia generale per difficoltà tecniche, ciò probabilmente significa che l’anestesia subaracnoidea è stata eseguita da personale medico senza sufficiente esperienza in anestesia subaracnoidea.

Concludendo, è comunque importante valutare se lo studio corrisponde realmente alla propria pratica clinica. Voi, invece, cosa ne pensate?

Si segnala, inoltre, il commento critico allo studio di Admir Hadzic di NYSORA sul canale youtube: https://youtu.be/D14Ch5yz8oI